Imprenditore Recruiter
Cos’è per te il talento?
I talenti – perché limitarci a uno solo – sono dei doni che ci vengono dati per essere felici e fare qualcosa di buono. Sono quelle cose che ci piace fare, che quando le facciamo il tempo passa senza che ce ne accorgiamo, quelle cose nelle quali siamo bravi, che ci riescono con facilità e che , generalmente, gli altri sono più bravi a notare in noi rispetto a noi stessi. Possono anche variare nel corso della vita, anzi spesso è così; “sfrutto” un talento fino a un certo punto, poi quando le cose che dovevo apprendere o mettere in opera grazie ad esso si sono esaurite, lo ‘abbandono’ e un ‘nuovo’ talento sorge.
In ambito Risorse Umane si fa spesso riferimento al ‘talento’ ma altrettanto spesso viene frainteso, lo si utilizza come termine per indicare un lavoratore eccellente, da non lasciarsi scappare… dico che non va inteso in questo modo perché il talento è qualcosa di personale, il mio o meglio i miei talenti possono essere molto apprezzati in alcune aziende – o da certe persone – e non da altre.
I tre valori per te irrinunciabili (in ordine d’importanza)
Uno solo: la felicità. Ogni Persona ha il diritto – ma anche il dovere, oserei dire – di essere felice. Poi, come è affar proprio. Se tu sei felice perché ti sei comprato l’ultimo SUV di lusso o un Rolex d’oro, va bene. L’importante è che sia qualcosa che risponde veramente al tuo concetto di felicità e non qualcosa che ti viene da consuetudini esterne. A livello più generale, in una Società civili direi che i valori più importanti sono la Giustizia (equità), la Libertà (vera e per tutti), Onestà, Coerenza e Rispetto. A livello individuale, mi piace molto chi sa “riconoscere” l’altro come un altro sé stesso, come una Persona, uno specchio, senza affibbiare etichette.
Un libro che ti rappresenta
Tra tanti che amo, scelgo “Illusioni”, di Richard Bach. Lo rileggo di quando in quando, oramai sarò arrivato alla decima/dodicesima rilettura e ogni volta è speciale. È ironico, divertente, profondo, con molte morali e spunti di riflessione, parla di due persone che si incontrano e… beh, no, non vi anticipo nulla! Il sottotitolo è: “Le avventure di un Messia riluttante”. Se vi intriga, è segno che fa per voi.
Di cosa ti occupi attualmente?
Ecco, hai detto bene: di cosa ti occupi! Spesso tendiamo a identificare il lavoro con noi stessi… Io sono fortunato perché quello di cui mi occupo è anche la mia passione: le Persone. La società che ho fondato, insieme ad alcuni amici, Atmen, svolge attività di consulenza in ambito Risorse Umane: lavoriamo per le Aziende, aiutandole a trovare i collaboratori più idonei (ricerca e selezione) e, tramite formazione e coaching, a sviluppare le abilità dei lavoratori: far lavorare meglio, con più produttività e benessere aziendale e personale .
Il progetto personale o professionale che ti ha dato maggiori gratificazioni?
Uh… sono tanti, veramente… sono un ragazzo fortunato, sia per la varietà di esperienze che ho avuto sia per la capacità (allenata!) di vedere sempre i lati positivi. La start-up italiana di Jobline prima e Monster poi è stata un’avventura, professionale e umana, incredibile, mi ha dato e formato moltissimo… La riconoscenza di persone che hanno fatto dei corsi di formazione o un empowerment personale col sottoscritto arriva a commuovermi… Una volta una ragazza mi scrisse, dopo una giornata di formazione motivazionale: “Francesco, grazie! Mi hai ricordato che io ho sconfitto il cancro, posso fare tutto nella vita!!!”… ecco, per cose del genere non c’è sacrificio che tenga!
A livello personale, sono molto soddisfatto di essere riuscito a portare in casa due gatti, c’ho messo anni a convincere mia moglie ma adesso lei è diventata una gattara peggio di me!
Se fossi il Ministro del Welfare quali sono i primi provvedimenti che metteresti in agenda?
Ahahahah temo veramente che le mie idee siano troppo sovversive per poter solo immaginare una cosa del genere… il ben-essere parte dall’Essere… introdurrei la meditazione a scuola, corsi e seminari di ricerca del ‘sé’ perché una persona consapevole è una persona libera, educazione all’assertività e alla comunicazione interpersonale. Oltre a un maggior ben-essere personale, queste misure porterebbero un miglioramento dei conti economici, perché chi è (più) sereno si ammala meno. E poi: misure per dare più sicurezza: il reddito di cittadinanza, sussidi concreti alla disoccupazione, con sostegno economico, formativo, alla ricollocazione.
Sei Managing Partner di Atmen – società attiva nella ricerca e selezione del personale. Alla luce della tua esperienza, come credi che evolverà il settore nei prossimi anni?
Due aspetti: cosa cambierà e cosa non cambierà. Non cambierà l’esigenza fondamentale che è alla base della ricerca e selezione: l’incontro tra due ‘bisogni’. Da un lato, l’organizzazione/azienda che ha bisogno di persone in gamba, allineate ai propri valori e, dall’altro, la Persona che ha bisogno di soddisfare bisogni primari (sicurezza, reddito) e più evoluti (senso di appartenenza a un gruppo/tribù). Cambieranno gli strumenti, penso ad esempio all’importanza crescente dei Social Network, ci sarà una evoluzione delle metodologie, ad esempio con test conoscitivi sempre più affinati come quelli proposti da Homo Talent. Oggi le aziende fanno più cose in casa, perché c’è meno lavoro in questo senso, ci sono meno assunzioni quindi riescono a portarle a termine senza ricorrere all’outsourcing; il ruolo delle società di consulenza si è spostato più verso la consulenza appunto e sulla formazione, c’è meno lavoro in selezione; ma credo sia una questione di numeri, come accennavo: quando si ricomincerà ad assumere, ci sarà ancora bisogno di specialisti del recruiting.
Come ti vedi tra 10 anni?
Felice, ancora più di adesso. Dove, a fare cosa, è una domanda che non mi pongo, faccio i miei progetti ovviamente, stabilisco e correggo la rotta ma vivo l’oggi e nel presente, che è il vero grande ‘dono’ della nostra vita.
Come immagini l’Italia tra 10 anni?
Preferirei non farlo… su questo fatico a essere ottimista. Ti propongo due scenari possibili, due linee temporali come nei film di fantascienza: nella prima la situazione continua a deteriorarsi, in termini di valori, senso civico, partecipazione alla società civile, come stiamo purtroppo riscontrando da troppo tempo… l’Italia sarà un luogo di villeggiatura, ci saranno meno italiani e molto sfruttati. Nel secondo scenario, la quantità di persone che ha preso coscienza della propria responsabilità e si comporta come Esseri Umani ha raggiunto una massa critica e le cose stanno cambiando; c’è lavoro, la sanità funziona, è il benessere dei cittadini al centro delle politiche e non gli interessi privati o di parte.
Se l’Italia fosse un film
Oggi? Temo che “La Grande Bellezza”, che peraltro ho trovato noioso, sia alquanto rappresentativo… ma vorrei chiudere con una nota positiva, perciò ti dico “La vita è bella”: un periodo storico difficile, molto duro, dove i puri di cuore si sforzano di mantenere vivo il bello a beneficio degli altri, in attesa che arrivino tempi migliori. Che ognuno deve però sforzarsi di costruire fin da subito, nel suo piccolo.