Irene Giampietro

Facilitatore LSP & Coach

Cos’è per te il talento?

Per me il talento è la somma di una serie di elementi che spaziano dalla naturale inclinazione ad una certa attività pratica o intellettuale, all’intelligenza emotiva, alla capacità di trovare la motivazione per investire su se stessi e sui propri progetti, allo sviluppare un pensiero creativo (che si muova dal pensiero divergente al convergente) e poi chiaramente possedere e esercitare le proprie abilità cognitive. Oltre a quanto detto sopra, a mio avviso il talento si accompagna a qualità soggettive: una buona indole, la capacità di relazionarsi agli altri ed ascoltarli, l’essere autonomi, ma anche la capacità di giocare in squadra. Le caratteristiche del talento sono poi influenzate dalla società in cui si vive e in cui ci si muove. È ovviamente condizionato dal contesto familiare e socio-culturale nel quale si inserisce. Molto dipende da quanto la famiglia, la formazione, gli amici ed eventuali mentori favoriscano e forniscano opportunità di mettere a frutto il talento per svilupparlo e alimentarlo.

I tre valori per te irrinunciabili (in ordine d’importanza)

Onestà, empatia, gratitudine.

Una canzone che ti rappresenta

Always look on the bright side of life” dei Monty Python (dal film “Brian di Nazareth”).

Di cosa ti occupi attualmente?

Sono facilitatore certificato Lego Serious Play (LSP) e life/business coach in fase di supervisione. Organizzo workshop col metodo LSP destinati ad accelerare il processo di problem solving, generazione di nuove idee per servizi/prodotti, supportare nel team building, revisionare processi aziendali e accompagnare in processi di cambiamento di organizzazioni. Utilizzo il coaching, ma anche la metodologia LSP, per processi di crescita e sviluppo individuale/professionale.

Il progetto personale e/o professionale che ti ha dato maggiori gratificazioni?

Incontrare, imparare e mettere in pratica la metodologia Lego Serious Play attraverso la quale scopro di volta in volta nuovi mondi, approcci e sfumature legati alle persone e alle organizzazioni. In ogni occasione, e da ciascuna persona, apprendo inusitati e interessantissimi spunti di riflessione e sperimento la bellezza e ricchezza della complessità.

Se fossi il capo del governo o il sindaco della tua città quali sarebbero i primi tre provvedimenti che inseriresti in agenda nei primi 100 giorni?

1) Un corso gratuito, ma obbligatorio, sui principi costituzionali e sull’educazione civica. 2) Un programma, per ciascun quartiere, destinato al baratto di beni e servizi, per generare un sistema di mutuo aiuto e buon vicinato, così aumentando il senso di comunità e il rispetto del “bene comune”. 3) Un corso sulla sostenibilità dei consumi e sull’impatto ambientale di comportamenti scorretti.

Partendo dalla tua esperienza personale/professionale, come pensi che evolverà il mondo della formazione e quello dello sviluppo organizzativo?

Per quella che è la mia esperienza del settore, credo, e spero, che il mondo della formazione si stia evolvendo, rispetto all’approccio tradizionale (tutta teoria e niente pratica), verso un nuovo metodo volto ad integrare insegnamenti teorici ed applicazioni pratiche per rendere più rapido, efficace e stimolante l’apprendimento. Anche nelle organizzazioni mi sembra si stia migrando verso un approccio “learning by doing” (imparare facendo), oltre ad un coinvolgimento più attivo ed esteso delle risorse nei processi strategici e nei processi di cambiamento.

Come ti vedi tra 10 anni?

A studiare per imparare e creare nuove metodologie di formazione, facilitazione e coaching. Poi, in tutto il tempo libero, viaggiare attorno al mondo e leggere, leggere, leggere.

Come immagini l’Italia tra 10 anni?

Mi auspico che l’Italia di qui a 10 anni abbia investito nella cultura, nella sanità, nel senso civico e nel rispetto di ambiente e persone. Che sia quindi un paese illuminato, accogliente e aperto a rimettersi in discussione per un costante miglioramento delle sue politiche e di conseguenza della qualità della vita di tutti i suoi cittadini.

Se l’Italia fosse un film

Orecchie” di Alessandro Aronadio (2016).

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