lo spazio della terra | sud
Paleolitico - 70000 a.C.
È il mondo di significati dischiusosi nel Paleolitico con il linguaggio, la tecnica e le istituzioni sociali. Non è il suolo originario o il tempo delle origini, ma lo spazio-tempo immemorabile della specie. È un cosmo in cui gli uomini sono in comunicazione con gli animali, le piante, i luoghi e gli spiriti. Gli animali vivono in una nicchia ecologica. L’uomo vive su una Terra che elabora e rielabora costantemente con i propri linguaggi, strumenti, costruzioni sociali, a cui non cessa di mescolare il cosmo. L’uomo non appartiene solo a una specie, ma si sceglie un totem. Superando le frontiere delle identità, il coro della Terra intona ancora il suo folle canto di sogno e di vita, che sostiene l’esistenza del mondo.
lo spazio del territorio | est
neolitico - 3000 a.C.
Da 12.000 anni si diffonde sulla Terra. L’allevamento, l’agricoltura, la città, lo stato, la scrittura, la divisione del lavoro… Quando si connettono si afferma il mondo sedentario della “civilizzazione”. Il Territorio si sovrappone alla Terra nomade, la respinge ai margini. Incanala fiumi, bonifica paludi, dissoda foreste, costruisce ponti. Anche gli eserciti, le guardie, le amministrazioni, i collettori di imposte costruiscono il Territorio dall’interno, edificano nei costumi e nell’anima collettiva dei popoli una piramide sociale. Ogni gerarchia racchiude, come un bambino nato morto, la mummia del faraone. Il Territorio instaura con la Terra un rapporto predatorio distruttivo, la domina, la fissa, la delimita, la circoscrive e la misura.
lo spazio delle merci | nord
rivoluzione industriale - 1750 D.C.
Non è lo spazio abituale degli scambi, ma un mondo nuovo, tessuto dalla circolazione del denaro. Ai suoi esordi inconsistente, riunisce le proprie membra in seguito a una straordinaria congiuntura storica: moneta, banca e credito, capitali, mercati, lavoratori strappati alle campagne… Superando le frontiere, il vortice del denaro trascina una marea di oggetti, segni e uomini. Lo Spazio delle merci è spianato da una macchina che si alimenta di tutto ciò che incontra. Il capitalismo funziona solo grazie allo stato, coinvolgendo nei propri traffici i flussi e i segni del cosmo territoriale, reinterpretato come risorsa. Quando si rende autonomo, esso non sopprime gli spazi precedenti, ma li subordina, li organizza secondo i propri fini. Il movimento dell’industria e del commercio è stato il motore dell’evoluzione delle società umane. Esso è irreversibile e ha istituito l’economia come dimensione ineliminabile dell’esistenza.
lo spazio del sapere | ovest
noolitico - dal 2000 ad oggi
È un’utopia in senso etimologico, un non luogo. Non è mai stato realizzato, ma è già virtuale, in attesa di nascere. Il superamento del punto di non ritorno forse non avverrà mai. Nei confronti delle merci, esso deve sottostare alle esigenze di competitività e ai calcoli del capitale. Sul Territorio è subordinato agli obiettivi di potere e alla gestione burocratica degli stati. Rispetto alla Terra, è invischiato nelle mitologie della new age. Cos’è il sapere? Il pensiero non può essere ridotto ai discorsi razionali: ci sono dei pensieri-corpo, pensieri-affetto, pensieri-percezione, pensieri-segno, pensieri-concetto, pensieri-gesto, pensieri-macchina, pensieri-mondo. Non si è ancora reso autonomo, ma la sua qualità d’essere è tale che il suo grido risuona nell’eternità: lo Spazio del sapere è sempre esistito. Esso è un ritorno della Terra su se stessa. La svolta del terzo millennio racchiude in sé i germi di uno Spazio del sapere autonomo. Non si tratta dell’autonomia della conoscenza scientifica in sé, ormai acquisita, ma di uno spazio del vivere-sapere e del pensiero collettivo che potrebbe organizzare l’esistenza e la socialità. Non sarà una grande rivoluzione a farlo scaturire, ma tante piccole albe.