Matteo Martinuzzi

Matteo Martinuzzi, Leadership & Team Coach presso Valore Aggiunto, crede che i software e l’AI aiuteranno a rendere ancora più efficace lo spazio tra una sessione e l’altra supportando il coachee quotidianamente.

Cos’è per te il talento?

Il talento è una capacità innata o sviluppata che viene allenata nel tempo fino a diventare agli occhi esterni “naturale” quando viene utilizzata (quasi un super potere quando la si vede in uso).

I tre valori per te irrinunciabili (in ordine d’importanza)

Trasparenza. A tutti i livelli: come persona, come professionista, obiettivi e aspettative, competenze e limiti. Amore. Siamo essere umani e le emozioni sono fondamentali. Mettere amore in ciò che si fa, coltivarlo nella propria vita e soprattutto pensare che si ha a che fare con esseri umani, persone, sempre. So che parlarne da professionisti nel mondo del lavoro può sembrare spiazzante ma lo ritengo centrale. Crescita. Studiare, imparare, mettersi in gioco e sperimentare. Tutto questo è inglobato in una parola: crescita. E nella sua ricerca. Qualcosa di irrinunciabile per me, quasi un’ossessione.

Un film che ti rappresenta (a scelta uno dei tre)

V for Vendetta. È il film che ho visto più volte (uno dei pochissimi). Non mi rappresenta pienamente ma è anche la risposta più plausibile a questa domanda.

Di cosa ti occupi attualmente?

Leadership e Team Coaching. Lavoro con imprenditori, manager e professionisti e li aiuto a rendere più efficace il modo in cui gestiscono loro stessi e guidano gli altri. Obiettivo finale: creare ambienti di lavoro e team che integrino produttività, performance e soprattutto benessere.

Il progetto personale e/o professionale che ti ha dato maggiori gratificazioni?

Tra i tanti progetti scelgo il percorso sulla leadership dedicato a studenti universitari che sto portando avanti proprio in questo momento. Sono fantastici e sono l’opposto di come vengono dipinti dai media. È il precursore di qualcosa di più importante che nascerà nei prossimi mesi.

Se fossi il sindaco della tua città quali sono i primi tre provvedimenti che inseriresti in agenda?

  • Potenziamento del trasporto pubblico e delle piste ciclabili e limitazione (vera, senza troppe deroghe) per le automobili;
  • Informazione e formazione per giovanissimi e giovani sulle soft skill in particolare comunicazione interpersonale e pensiero critico;
  • Mentoring e di gruppo da parte di imprenditori (anche in pensione) e professionisti per under 30.

Partendo dalla tua esperienza personale/professionale, come pensi che evolverà il mondo del coaching e dello sviluppo della leadership?

Per quanto riguarda la leadership continuerà ad esserci da un lato chi fa ricerca e chi vuole creare delle solide basi per un modello di leadership “evergreen”. Dall’altro le mode del momento come il leader gentile che attualmente fa tanto notizia in Italia. Per quanto riguarda il coaching, da un lato ci sarà sempre più una corsa, già in atto, a certificazioni e alla regolamentazione da parte di associazioni ed enti. Il rischio è la creazione di un grande mercato che non garantisca davvero la qualità del professionista ma che crei un giro economico notevole. Dall’altro la definitiva integrazione con AI e software. Ciò permetterà di offrire servizi economici per una serie di obiettivi semplici sfruttando l’AI e lasciando all’essere umano lavori più specifici e complessi. I software e l’AI aiuteranno a rendere ancora più efficace lo spazio tra una sessione e l’altra supportando il coachee quotidianamente. Verrà quindi ancora più automatizzato tutto ciò che è possibile.

Come ti vedi tra 10 anni?

Rispondo solo da un punto di vista professionale. Sempre affamato di conoscenze, esperienze e voglioso di imparare, sperimentare e mettermi in gioco. Coinvolto ancora più di oggi, in vari progetti locali e internazionali ad alto impatto, in collaborazione con professionisti di vario tipo.
Azzardo (perché su questo non ho ancora le idee chiare) a capo di un team di collaboratori sparsi nel mondo con cui continuare a supportare la crescita dei nuovi leader e l’evoluzione di quelli già “in carriera”.
Impegnato in progetti pro-bono (questa è una certezza).

Come immagini l’Italia tra 10 anni?

Evoluta grazie all’ondata di innovatori che sta portando avanti, a volte con fatica, una rivoluzione necessaria in tutti settori. Con ancora tanto lavoro da svolgere perché i cambiamenti non sono rapidi.
Sicuramente un’Italia che continua ad eccellere grazie alle peculiarità dei suoi appassionati, talentuosi e a volte un po’ indisciplinati abitanti.

Se l’Italia fosse una canzone/libro/film (a scelta uno dei tre)

A questo non so rispondere. È già tanto se ho trovato una risposta alla medesima domanda centrata su di me! 😉

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