Il talento nativo è un fenomeno presente dalla notte dei tempi. Attraversa le epoche storiche e l’evoluzione umana ed emerge in grandi quantità quando si verificano determinate condizioni socio-economiche.
Il talento nativo emerge quando s’incontrano innovazione e tradizione ed entrambi devono scendere a compromessi per attuare le loro strategie. Quando, da una parte c’è una o più forze innovative che spingono per creare nuovi spazi di mercato e di significato e, dall’altra, le forze della conservazione si preparano a scongiurare il pericolo di perdita di stabilità. In questo solco, parallelamente alla nascita di nuovi spazi, si verifica la proliferazione di nuovo talento nativo. Ovvero una parte della popolazione, che, grazie all’incontro con qualche fenomeno innovativo emergente, manifestano e sviluppano potenzialità che altrimenti non avrebbero potuto esprimere in condizioni di normale stabilità. È dal caos e dall’instabilità che sorge il talento nativo. O meglio, è nelle fasi di transizione e cambiamento che possiamo scovare un maggior quantitativo di talenti che vengono attratti in qualche parte del sistema a manifestare le loro capacità.
L’esempio più “recente” e noto di questo processo di emersione del talento nativo è quello relativo alla storia e alla nascita di Internet. Nel 1969 nasceva ARPANET dal nome dell’agenzia americana (Advanced Research Project Agency) che l’aveva progettata usando i protocolli che ancora la fanno funzionare. Stiamo parlando del TCP/IP (Transfer Control Protocol/Internet Protocol). Successivamente, nel 1983, quando il TCP/IP divenne lo standard di comunicazione della rete, si cominciò a chiamarla Internet.
Nel 1991 nasce ufficialmente il famoso World Wide Web dall’intuizione di Tim Berners Lee, ricercatore inglese del CERN e la rete divenne popolare anche tra i non addetti ai lavori. Ricordiamo che Arpanet nacque allo scopo di mettere in rete i centri accademici e le organizzazioni scientifiche dapprima in America e in seguito in Europa. Che l’agenzia fu ideata nel 1957 dall’allora Presidente USA Eisenhower coadiuvato da due psicologi, Robert Licklider e Larry Roberts, che avevano teorizzato l’Intergalactic Computer Network (1962).
Dalla nascita di Arpanet fino all’invenzione del Web, si susseguirono una serie di innovazioni incrementali, grazie alla convergenza tra talenti e fenomeni sociali emergenti che hanno permesso a tutto il mondo di collegarsi alla Rete delle reti e usufruire dei vantaggi di questa nuova tecnologia. A distanza di circa trent’anni, altre innovazioni più o meno radicali si sono presentate sulla scena mondiale, creando nuovi spazi di mercato e significato che prima non esistevano. Anche nuove professioni prima inimmaginabili. Ciò vuol dire che, se il talento casualmente e non viene messo in condizione di sprigionare il proprio potenziale in determinati contesti dinamici, le ricadute sociali ed economiche ad alto impatto aumentano la probabilità di verificarsi. Soprattutto in questo periodo di post-covid in cui regna l’incertezza, è prioritario andare a scovare le aree con alto potenziale di crescita col fine di convogliare stock di talenti pronti a crescere e portare benefici.
Con l’ausilio della Mappa dei 4 Spazi antropologici è possibile visualizzare l’area dove si concentra, oggi, il maggior quantitativo di talenti nativi, in considerazione delle tendenze sociali verificatesi negli ultimi anni. Uno dei fenomeni in continua espansione è sicuramente quello dell’ecosistema startup, un nuovo modo di fare impresa che punta su idee innovative e nuovi approcci al mercato, come emerge dalla definizione universalmente riconosciuta di Steve Blank, in cui la scalabilità è un elemento cardine di questa tipologia di impresa.
L’Ovest, lo Spazio del Sapere, dell’Innovazione, del Web, rappresenta la nuova frontiera antropologica in cui nascono e si concentrano i flussi di talento nativo di ultima generazione. Giovani e meno giovani che allocano il proprio talento in aree del sistema ad alto potenziale di crescita che altrimenti non troverebbe sbocchi se posizionato negli altri quadranti della mappa. Compito dei governi e di chi dirige le istituzioni formative e del lavoro è proprio quella d’individuare queste aree di frontiera dove in prospettiva è più alto il tasso di sviluppo e predisporre piani d’inserimento che allochino quanti più talenti possibili per creare occupazione e benessere diffuso.
Nei prossimi anni, quali saranno le aree a più alta concentrazione di talento nativo? Quali professioni nasceranno che oggi non esistono? Quali strategie per l’acquisizione e l’indirizzamento dei nativi?
Difficile dare risposte univoche e certe. Quello che sappiamo è che c’è un risveglio di consapevolezza, un ritorno ai valori tramandati dal Sud della Terra, il primo spazio antropologico della storia. Più precisamente, le sfide del futuro graviteranno nell’intersezione Sud-Ovest, nell’area Sapere-Terra, dove l’innovazione e le tecnologie diventano sostenibili e l’uomo ritornerà ad essere centrale all’interno dei processi economici e lavorativi.
Lavorare sin da subito in questa direzione, ci permetterà di andare a scovare in anticipo i futuri talenti nativi e predisporre piani di crescita sostenibili senza reinventare la ruota.